Meditazione del ritiro del 27 di dicembre… sul silenzio…

Dic 28, 2011   //   by Alessandro   //   MEDITAZIONI  //  Nessun Commento
Carissimi, in questo ritiro di dicembre, abbiamo meditato sull'importanza del silenzio. In verità nel Vangelo non si parla dell'importanza del silenzio, ma si fa tanto silenzio! Luca ricostruisce questo clima di silenzio facendo tacere tutte le cose, eliminando le voci dirette dei personaggi e i dettagli che non sono essenziali.Possiamo scoprire quante cose non sono state dette da Luca, proprio guardando a quante cose hanno sentito il bisogno di aggiungere, in seguito, la tradizione e la pietà cristiana e cioè che era notte, che era inverno, che si era in una grotta con una stalla, che c’erano un bue e un asinello... Nel racconto del Vangelo invece tutto si riduce a pochi gesti compiuti come in una liturgia silenziosa: diede alla luce, avvolse in fasce, depose in una mangiatoia... La tradizione ha applicato al Natale il celebre passo del Libro della Sapienza che dice: “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo corso, la tua Parola onnipotente venne dal cielo, dalla sua sede regale”. Però il senso non è: “Venne la parola onnipotente perché c’era un profondo silenzio”, ma piuttosto: “C’era un profondo silenzio perché veniva la Parola onnipotente” E’ come quando il Re entra nella sala delle udienze e tutti si alzano in piedi e ammutoliscono. Ora ci possiamo domandare: Che specie di silenzio è questo che abbiamo notato? Non è il silenzio normale che intendiamo noi di solito, quello che l’uomo decide e sceglie lui stesso per poter più facilmente incontrare Dio. E’ qualcosa di diverso: queste persone non tacciono per incontrare Dio, ma perché hanno incontrato Dio! Il silenzio di Maria a Natale è più che un semplice tacere; è meraviglia, adorazione; religioso silenzio, é un essere sopraffatta dalla realtà! I sapienti di questo mondo continuano a domandarsi: “Come può un bambino, avvolto in fasce, essere il Dio eterno, invisibile e onnipotente”? Anche noi che crediamo continuiamo a domandarci: “Come può un bambino, avvolto in fasce, essere il Dio eterno, invisibile e onnipotente”? Dov'è la differenza? Nel moto che parte dal cuore! I sapienti pronunciano queste parole in modo perplesso o con un sorriso di derisione e superiorità, noi con l'atteggiamento di chi non sa capacitarsi per lo stupore! Come chi pur credendo, davanti a un mistero così incomprensibile dice: è incredibile! Noi crediamo che faccia veramente Natale chi è capace di fare oggi, a distanza di secoli, quello che ci ha insegnato a fare Maria: inginocchiarsi e tacere! Mi piace chiudere con le parole che Benedetto XVI ha pronunciato nell’omelia della notte di Natale: “Il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell’umiltà di Dio, la quale ci invita all’umiltà e alla semplicità... Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo fino a trovare dietro di esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire così la vera gioia e la vera luce».

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